mercoledì 31 agosto 2011

Scrofiano, al via la settima edizione di Birranthology Festival







Oktoberfest a Ville di Corsano: birra e tradizioni da Monaco in terra di Siena


Anche il mondo delle "poste" ha i suoi concept



Da auto d'epoca a prototipo futurista. Succede negli Stati Uniti dove unFord F100 degli Anni '50 è stato elaborato per erogare la bellezza di 600 CV. Si tratta ovviamente di un esemplare da esposizione, destinato cioè alla sola ispirazione per i futuri modelli di auto destinate al trasporto di posta e pacchi, ma è perfettamente funzionante e la livrea bruno-orodella UPS gli conferisce un certo senso di autenticità.

Molto particolare è anche l'allestimento interno, dove ai classici sedili in pelle è stata abbinata una altrettanto bizzarra (per un'auto che fa da corriere) plancia in alluminio anodizzato. La strumentazione è molto curata e non si lascia mancare nulla. Tutte le informazioni e le foto su  OmniFurgone.it.

Settimana Benelli 12 - 18 settembre 2011


martedì 30 agosto 2011

Vespa Parade 2011


È tutto pronto per le GMG 2011 - 15/16/17 settembre 2011


Bologna: Wanderkino, lo stravagante furgone dei pompieri che si trasforma in cinema



Il 30 e 31 agosto alle 21.30, nel cortile del pozzo di Palazzo d’Accursio, in Piazza Maggiore 6, Bologna Estate 2011 presenta Wanderkino, uno stravagante furgone dei pompieri Magirus Deutz del 1969 che si trasforma in cinema e propone al pubblico film muti accompagnati da colonne sonore eseguite dal vivo da Gunthard Stephan (violino) e Tobias Rank (piano), i due bizzarri autisti/musicisti.

Il programma cinematografico proposto dal Wanderkino va dai grandi capolavori del cinema muto alle opere sperimentali, indipendenti e d’avanguardia. Il progetto, partito in Germania nel 1999, ha già toccato Francia, Slovenia, Polonia, Lituania, Repubblica Ceca e Svizzera.

Il Wanderkino è la risposta di Lipsia all’invito a partecipare a Bologna Estate 2011 fatto dall’Area Cultura del Comune di Bologna alle città gemelle, con lo scopo di rinsaldare i rapporti internazionali e di gettare il seme per nuovi spunti di collaborazione. Per la città di Lipsia, le due performance vogliono essere un occasione per prepararsi al 50° anniversario del gemellaggio delle due città (1962) che verrà celebrato il prossimo anno. La collaborazione tra Bologna e Lipsia, infatti, è sempre stata fruttuosa, in particolare attraverso collaborazioni e scambi in ambito sia culturale che economico.

Tra le tante iniziative ricordiamo la partecipazione di giovani designer bolognesi al “Designers Open” di Lipsia, uno dei più importanti appuntamenti europei nell’ambito del design e dell’architettura, che ha portato in seguito alla creazione di Open design Italia. Più di recente, si è realizzata una collaborazione con il Museo di Arte Contemporanea di Lipsia: stoffe di seta rappresentative della tradizione tessile bolognese, gentilmente offerte dalla ditta bolognese “Nella Tessuti” – insieme a stoffe provenienti da altre città gemellate – sono state utilizzate in maniera creativa da alcuni artisti locali nell’arredamento dello spazio Kafic all’interno del museo.

Il prossimo ottobre è prevista, inoltre, la visita a Bologna di una delegazione della Camera di Commercio di Lipsia, con l’obiettivo di rafforzare le relazioni economiche tra i rispettivi territori.

Programmi (ognuno della durata di 90 minuti):

- 30 agosto: Wsewolod Pudowkin “Schachfieber” (1925) – Hans Richter “Rhythmus 21″ (1921) – W&C Lauenstein “Balance” (1989) – Walter Ruttmann “Berlin, die Sinfonie der Großstadt” (1927)

31 agosto: Mack Sennett “The wacky world of M.S.” (1919) -Jean Renoir “Das kleine Mädchen mit den Schwefelhölzern” (1927) – Charlie Chaplin “The Kid” (1928)

Musicisti: Gunthard Stephan, violino; Tobias Rank, piano

Gratuito. Info: www.comune.bologna.it7cultura http://wanderkino.de

lunedì 29 agosto 2011

Rock a Venezia

di Bertrando Goio

Rock a Venezia? Perché no? La città, meta annuale di milioni di turisti che brulicano tra ponti, calli e chiese alla ricerca di un morso di magia, è anche il luogo dove si svolgono le storie di VeniceRock'n'Roll, il nuovo libro di Paolo Ganz, maestro indiscusso del blues italiano. Armonicista di grande talento, autore di metodi musicali che hanno fatto storia, il musicista veneziano è alla sua terza fatica di narratore, dopo il successo di Nel Nome delBlues e Calle dei Bombardieri. Il nuovo libro, organizzato per racconti come i due precedenti, narra le vicende dell'autore che, appena ragazzo, coltivava i sogni di gloria attraverso la musica americana che negli anni '60 stuzzicava ed esaltava la fantasia di tanti giovani squattrinati musicisti (oggi non è molto diverso: i sogni abbondano, un po' meno i quattrini!) proiettandoli verso tentativi più o meno riusciti di far conoscere il loro talento. Lo sfondo è il piccolo mondo, un po' chiuso e ancora un po' arcaico della Laguna, dove questi simpatici musicanti scapestrati si dannavano l'anima in cerca di strumenti a poco prezzo, di posti dove provare e quindi di palchi su cui mostrarsi. La musica è il grande sogno in cuiPaolo Ganz ci proietta attraverso le pagine diVenice Rock'n'Roll, con una verve e una freschezza senza pari. Leggendo le sue “bluesadventures” sembra di essere proiettati nei posti descritti, in mezzo alla gente e si respira quell'aria di salmastro misto a speranza che invadeva prepotentemente i sogni di questi adolescenti che vedevano in una chitarra la chiave per aprire le porte del mondo. Sale prova improvvisate, batterie costruite con i fustini di detersivo, amplificatori gracchianti e una voglia mista a terrore batticuore nel momento dell'esibizione. Aneddoti picareschi, il vino che sciacqua le gole, storie di quartiere... In breve, come recita il sottotitolo, “avventure e vigliaccate di pirati della Laguna”. E poi lo sfondo dei personaggi caratteristici e spesso improbabili, tra baristi, altri musicisti, amanti, puttane, vicini di casa... e un mondo che stava scomparendo. Già, un mondo che viveva ancora ma che ormai cedeva il passo alla modernità e al “nuovo”, aprendo altri orizzonti ma abbandonando la poesia. Nei racconti di Venice Rock'n'Roll si sente sempre, infatti, quella vena di malinconia e di rimpianto, tipica dello scrittore veneziano, che trova la trama vibrante dei suoi racconti pescandola nella tenerezza della memoria. Rimpianti? Nostalgie? A volte sì e a volte no: era un mondo che di certo ha permesso a tanti di coltivare sogni e a tanti di questi ha dato un aut-aut dicendo: o la vita o i tuoi sogni.

Paolo Ganz, Venice Rock'n'Roll, Fernandel Editore, 2011. Prezzo di copertina: 14 euro

Nereto, al via il “Mercatino dello scambio”


Sabato 3 settembre a Novara “L’autismo sale in Vespa”

@Foto Ok Novara

Di Monica curino

NOVARA, 29 AGO – La passione per le Vespa e la solidarietà insieme a favore dell’Angsa, l’Associazione genitori soggetti autistici, che ha una sua sede anche a Novara in corso Risorgimento, accanto all’ex Donnino.
A coniugare questi due aspetti, l’iniziativa del Giro d’Italia in Vespa, iniziativa sostenuta da Angsa nazionale e da Vespa Club Italia, manifestazione che avrà come sede della prima tappa, il prossimo sabato 3 settembre, proprio Novara.
Il Giro d’Italia in Vespa (che reca il nome “L’autismo sale in Vespa”) è stato presentato in conferenza stampa alla sede del Centro servizi per il volontariato della provincia di Novara da Benedetta De Martis, responsabile Angsa Novara, Rita Roveda, presidente Vespa Club Lele Novara, Augusto Ferrari, assessore alle Politiche sociali del Comue e da Augusto Gaudino, biellese, che ha avuto l’idea con il vercellese Carlo Morandi.
L’iniziativa coniugherà in sé molti aspetti, a partire dalla celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia (grazie al fatto che saranno toccate nel tour tutte località in qualche modo collegate a episodi risorgimentali) sino alla solidarietà, passando per la raccolta fondi e la sensibilizzazione nei confronti dell’autismo.
Morandi e Gaudino percorreranno in poco più di un mese circa 6mila chilometri da Biella sino in Sicilia, toccando tutta Italia, sostenuti dai club della Vespa, ma anche da molte associazioni di volontariato.
Ogni tappa vedrà la realizzazione di apposite iniziative, realizzate anche in collaborazione con i Vespa Club. Si farà tappa anche alla sede della Piaggio, in Toscana, e al Club più grande della storica ‘due ruote’.
Prenderà parte al giro anche Giuseppe Bezzon, novarese. Il via verrà dato a Biella, quindi si giungerà a Novara intorno alle 12. Qui i vespisti si recheranno alla sede dell’Angsa, dove è in programma, nella giornata, un open day, attraverso il quale presentare la struttura alla città. L’Angsa novarese, guidata da De Martis, è nata nel 2000 ed è diventata velocemente un punto di riferimento per le famiglie che vivono questa situazione.
Attivo, nella struttura di corso Risorgimento, anche un centro di terapia, di grande aiuto per i soggetti che soffrono di questa patologia. Sulla patologia è ancora necessaria sensibilizzazione e supporto.

29 agosto 1966: quando i Beatles suonarono per l'ultima volta dal vivo al "Candlestick Park" di San Francisco


 da intweetion

Sembrò che quella sarebbe potuta essere l’ultima volta, ma non ne sono stato sicuro al cento per cento finché non siamo tornati a Londra. John voleva smettere più degli altri. Disse che ne aveva avuto abbastanza.

A parlare è Ringo Starr, l’argomento in questione è quel famoso 29 agosto del 1966 in cui iBeatles suonarono per l’ultima volta dal vivo al “Candlestick Park” di San Francisco. Undici canzoni, poco più di mezz’ora di concerto (la registrazione che McCartney aveva chiesto al loro ufficio stampa, tagliò l’ultima canzone perché Tony Barrow dimenticò di girare il nastro), le Ronnettes di Phil Spector fra gli opening-act e, soprattutto, una telecamera sul palco. Nonostante le parole di Ringo (probabilmente ottimista fino all’ultimo), gli altri tre Beatles sapevano che quella sarebbe stata l’ultima volta e volevano documentarla (Harrisoncommentò l’evento esclamando: “Sarà un tale sollievo… non dover avere più a che fare con tutta questa follia… E’ stata una decisione unanime.”)

Volendo essere precisi, i Fab Four suonarono ancora una volta dal vivo, il 30 gennaio di tre anni dopo, sul tetto degli uffici della Apple in Savile Row. Quei Beatles però erano una band a fine carriera, che voleva dare l’addio nel modo più spettacolare (e imitato). Il live al “Candlestick Park” fu invece l’inizio di una svolta per la loro storia: nata dall’esigenza di concentrarsi sulle nuove possibilità offerte dalla tecnologia in studio, mentre i mezzi live arrancavano.

Dopo circa 1400 date, i Beatles erano esausti. Stufi di sentire i loro riff di chitarra coperti dalle urla delle fan, penalizzati da un’amplificazione modesta e spesso gracchiante, stanchi di essere costantemente scortati dalla polizia, ma - soprattutto - di non poter trasferire on stage le incredibili soluzioni strumentali che iniziavano a sperimentare a Abbey Road. Forse per la prima volta nella loro carriera, Paul, John, George e Ringo erano più adulti e ‘maturi’ della media del loro pubblico: reagirono come solo i grandi sanno fare in queste occasioni.

Dissero basta ai concerti. Niente più apparizioni live. Non è un caso che, dopo aver suonato l’ultimo brano previsto in scaletta (”Long Tall Sally” di Little Richard), prima di abbandonare il palco, John Lennon accennò l’arpeggio iniziale di “In My Life”: splendida canzone scritta prevalentemente da McCartney che però conteneva un incredibile assolo (registrato daGeorge Martin) di piano velocizzato in studio, tanto da far sembrare lo strumento un clavicembalo. Dal vivo, sarebbe stato impossibile suonarlo e la band non aveva nessuna intenzione di accettare arrangiamenti più banali per sottostare a chi ancora vedeva in loro solo un complesso beat più in gamba degli altri.

Se oggi la dimensione live ci sembra importante, ma non così fondamentale, all’epoca le cose andavano molto diversamente. Da lì a poco, sarebbe stata inaugurata la stagione dei grandi festival, col ‘gran finale’ di “Woodstock” a chiudere l’epopea dei ’60s e i concerti (oltre alle numerose apparizioni televisive) avevano permesso ai quattro ragazzi di Liverpool di sbarcare degnamente negli USA anche se preceduti dalla bufera della celebre - e ampiamente contestata - affermazione di Lennon (”We’re more popular than Jesus now” -Ora siamo più famosi di Gesù).

Tornati in patria, ognuno prese strade diverse. John Lennon volò in Spagna per recitare in “How I Won The War”, George Harrison andò in India per studiare il sitar, Paul McCartney rimase a Londra per registrare la colonna sonora del film “The Family Way” e Ringo Starr si dedicò alla famiglia. Tre mesi dopo, il 24 novembre di quell’anno, i Fab Four erano tutti riuniti nuovamente negli studi di Abbey Road. C’era una nuova canzone su cui lavorare. Si sarebbe intitolata poi “Strawberry Fields Forever” e sarebbe diventata l’inizio di una nuova, grandiosa fase della loro carriera. Col senno di poi, quella di agosto non sembra più una scelta così azzardata…


Addio vecchie cabine, rottamate dai cellulari :(


di Simone Finotti

Ma chi le usa più, ormai, le cabine telefoniche? A tutti noi capita di pensarlo, magari mentre, facendo due passi nel quartiere, costeggiamo gli scheletri mezzo bruciacchiati di quei gabbiotti in plastica e vetro che, solo pochi anni fa, erano ancora presi d'assalto da un'umanità disparata. Tutti le usavano, senza troppe distinzioni di sesso, età, fascia sociale.
E i grandi utenti, finito il tempo dei gettoni scanalati, si misero a collezionare le schede plastificate, con occhio di riguardo alle tirature limitate. Per alcuni lo squillo dalla cabina era una necessità, per altri una piacevole consuetudine quotidiana, come il caffè o la sigaretta dopo pranzo. Senza contare quelli per cui, diciamolo sottovoce ma diciamolo, le cabine erano veri e propri confessionali a cielo aperto dove scappare quando il telefono di casa era… troppo sotto controllo. Oggi però sembra proprio essere arrivato il momento della pensione. I numeri sono impietosi: usiamo le cabine il 90 per cento in meno rispetto al 2001, e da otto postazioni su dieci partono appena tre chiamate al giorno. Troppo poco, e non poteva essere altrimenti in un Paese tra i primissimi al mondo per diffusione di telefonini (quasi due per persona, secondo quanto riferisce un’indagine Eurostat). E così nelle scorse settimane l'Agcom, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha dunque autorizzato Telecom a dismettere tutti i telefoni pubblici (in tutto 130.000) in eccesso, con la sola eccezione delle cabine ubicate in scuole, caserme e ospedali, e per quelle per cui cittadini e comuni faranno richiesta.
Già, perché alcune di esse potranno salvarsi «in corner» se interverrà qualcuno a segnalarne l’utilità: cittadini ed enti pubblici e privati dovranno però inviare una petizione all'indirizzo email cabinatelefonica@agcom.it. E anche se l'autorizzazione di Agcom conferma in realtà un trend già ben avviato (dieci anni fa le cabine erano più del doppio rispetto ad oggi), e perfettamente in linea con quanto accade nel resto dell'Europa, viene impossibile, soprattutto ai più nostalgici, non pensare a un altro pezzo della nostra storia che se ne va, e all'ennesimo oggetto destinato ad essere inglobato nei viluppi del vintage e del cult e a rimanere solo nei film o in qualche mostra di design urbano.
Un tempo ce la prendevamo, ma in fondo avevano un loro fascino anche le lunghe attese, di regola sotto il diluvio o arsi da un sole cocente, cui ci sottoponeva il furore logorroico degli utenti davanti a noi. Come pure sono state il set di tante scene madri di pellicole hollywoodiane. Anche la fila per una cabina, in fondo, era un modo per fare società.

domenica 28 agosto 2011

Rock en Seine Torna il Festival che fa vibrare le rive della Senna


A Terni verra presentata la mostra fotografica di Marianna Tancredi


Johnny Cash Bootleg lll: Live Around the World, le migliori performance di Cash Out l'11 Ottobre



Le sue ballate gospel, blues, country e rockabilly, i suoi testi che parlano di lavoro e della dura vita quotodiana lo hanno reso tra i più celebri interpreti della musica country, portandola ai limiti della musica moderna facendola rientrare a tutti gli effetti nel pop commerciale. L'11 ottobre esce "Johnny Cash Bootleg lll: Live Around the World", il terzo volume della serie di Bootleg a lui dedicati. Questo cofanetto è ricco di materiali per lo più inediti, è un tesoro di brani rari che occupa quasi un quarto di secolo di spettacoli ed esperienze live di Johnny Cash. Gli spettacoli vanno dal 1956 al Jamboree del Big 'D' di Dallas, Texas al 1979 all'Inn Exit di Nashville. Uscirà per la Columbia/ Legacy in versione deluxe, con 50 spettacoli musicali (39 delle quali inediti). Tra gli spettacoli da ricordare senz'altro quello tenuto da Cash alla Casa Bianca nel 1970 su invito del Presidente Nixon. Il 18 ottobre è un'altra importante data di pubblicazione che riguarda Johnny Cash perchè esce il libro, House Of Cash: The Life, Legacy and Archives of The Man In Black, scritto dal figlio di Johnny, John Carter Cash. Uno sguardo affettuoso nella leggenda di Johnny Cash, è un libro di memorie, una biografia profondamente personale. Il libro è riccamente illustrato con molte foto in bianco e nero e a numerosi documenti ricordo, presi dall'archivio della famiglia Cash. Dopo la morte dei suoi genitori June Carter Cash nel maggio 2003, e Johnny Cash nel settembre 2003, John Carter e sua moglie Laura in qualità di curatori familiari hanno portato alla luce un gran numero di fotografie inedite, poesie e canzoni, i master risalente alla metà degli anni '50, schizzi, bobine di film, nastri audio, 'cappelli strani, armoniche, e molto altro. In occasione della pubblicazione del libro questo è quanto ha dichiarato l'autore John Carter: 'Le canzoni, le poesie, ed altri scritti, le immagini, offrono uno sguardo profondo di chi era davvero mio padre. È diventata la mia missione quella di condividere quello che sentivo e che avrei voluto che la gente sappesse di lui. Questa è l'essenza del libro. ' Tutte le persone, tutti i ceti sociali erano parte del mondo di Cash, così scrive nelle nelle note di copertina del Bootleg, lo studioso di musica Dave Marsh: " Cash rappresenteva il popolo, le loro lotte, le loro storie. Egli per sopravvivere aveva iniziato all'età di cinque anni a raccogliere cotone, perciò aveva imparato a vivere e non perdeva tempo dicendo alle persone quello che si volevano sentir dire, ma portò la verità al potere. Il più delle volte non era una verità politica, era una verità emotiva. Ma la verità emotiva, per la maggior parte di noi, è ancora più difficile da trovare. ' Di seguito la tracklist del Vol. III
Disc One
Big 'D' Jamboree, Dallas, Texas, 1956:
So Doggone Lonesome I Walk The Line Get Rhythm New River Ranch, Rising Sun, Maryland, 1962:
Country Boy I Still Miss Someone Cotton Fields I Walk The Line Luther's Boogie Impersonations Rock Island Line The Rebel - Johnny Yuma Newport Folk Festival, Newport, Rhode Island, July 26, 1964:
Introduction - Pete Seeger Big River Folsom Prison Blues I Still Miss Someone Rock Island Line Don't Think Twice, It's Alright I Walk The Line Ballad Of Ira Hayes Keep On The Sunny Side Annex 14 NCO Club, Long Binh, Vietnam, January 1969:
Big River Wreck Of The Old '97 Tennessee Flat Top Box Remember The Alamo Cocaine Blues Jackson - duet with June Carter Cash Long-Legged Guitar Pickin' Man - duet with June Carter Cash Ring Of Fire Daddy Sang Bass

Disc Two
The White House, Washington, D.C., April 17, 1970:
Introduction - President Richard M. Nixon A Boy Named Sue Five Feet High And Rising Pickin' Time Wreck Of The Old '97 Lumberjack Jesus Was A Carpenter What Is Truth (There'll Be) Peace In The Valley (For Me) He Turned The Water Into Wine Were You There (When They Crucified My Lord) Daddy Sang Bass The Old Account Osteraker Prison, Sweden, October 3, 1972:
Sunday Morning Comin' Down The Prisoner's Song That Silver Haired Daddy Of Mine CBS Records Convention, Nashville, Tennessee, 1973:
City Of New Orleans The Carter Fold, Hiltons, Virginia, 1976: Ragged Old Flag One Piece At A Time Wheeling Jamboree, Wheeling, West Virginia, October 2, 1976:
Hey Porter There You Go Give My Love To Rose Exit Inn, Nashville, Tennessee, December 10, 1979
(Ghost) Riders In The Sky I'm Just An Old Chunk Of Coal

sabato 27 agosto 2011

La macchina del presidente…



Complimenti al gusto e alle scelte di De Laurentiis, Presidente del Calcio Napoli – SSCC Napoli – che utilizza una bellissima, elegante e super trendy Fiat Autobianchi giardinetta anni ’50 per muoversi, noblesse oblige, a Capri.

L’esemplare ricorda lo stile delle poche autovetture che, negli anni ’50, giravano sull’isola. Ovviamente è color azzurro, come la squadra di cui è Presidente, e ha sedili in midollino.

La vostra trend setter, che è passata proprio da Capri e aveva con sè, ovviamente, la macchina fotografica, non poteva certo lasciarsela scappare. Eccola, in tutto il suo splendore!

giovedì 25 agosto 2011

Sabato in piazza il concerto di Camerini



Sabato dalle 21 sul palco di piazza Garibaldi a Lecco, dopo il successo riscosso alla Prima Edizione con la partecipazione di Alberto Fortis, si terrà l’evento «Festa delle Note Mi SoL Studio 2011». La manifestazione è promossa da Sabrina Lavecchia e Luigi Di Serio, dallo Studio Musicale Mi SoL sito in Corso Martiri della Liberazione.

Alle 21 l’evento più atteso il Festival che vedrà la partecipazione straordinaria di Alberto Camerini, noto artista dalle sonorità in chiave punk dei primi anni ottanta, considerato l’arlecchino del rock italiano per la gestualità e il suo brano di maggior successo: Rock’n’Roll Robot.



Bruce Springsteen: il 25 agosto del 1975 usciva "Born To Run" (Video)



Nuova voce alle vecchie radio



La passione del collezionista unita alla tecnologia digitale. Joe Dobson è un neozelandese che, dopo aver girato l’Europa con la sua band, ora vive nel sud della Francia, dove ha cominciato a rielaborare vecchi apparecchi audio. Ha comperato 70 radio d’epoca da Ebay che trasforma in dock di alimentazione e diffusione audio periPod. Nascono così i Deco Blaster, amplificatori per il mondo digitale di oggi, ma con un’estetica retrò e vintage. Tutti gli apparecchi sono unici e possono essere controllati con untelecomando o con le manopole originali. Il costo di ogni pezzo, re ingegnerizzato a mano si aggira attorno ai 200 euro.

4° Raduno Fiat 500 Villa Minozzo (RE) 28 agosto 2011


martedì 23 agosto 2011

Ciampino: da mercoledì 31 avrà inizio la 31° Festa del Cipollaro


2a Mostra Scambio del Lago di Garda 27/28 agosto 2011


A Pinarella si balla il rock



Dopo il successo delle precedenti edizioni, torna mercoledì 24 agosto dalle 19 alle 24 "Aghi di pino rètro", la nuova manifestazione organizzata dall’associazione culturale “Pinarella Mare”.

Lungo il Viale Emilia e il Viale Italia, si potrà assistere ad un raduno statico di auto e moto d’epoca, che riporterà la località indietro negli anni.

La serata sarà inoltre allietata dalle note musicali di tre noti complessi: in via Emilia dalle 21 I Ripetenti proporranno animazione, balli e musica anni ’60; in viale Italia i "The Marvellous Motorcycles Band" proporranno un concerto rock’n’roll e i "Lovespoon" musica rock folk.




ALICE E ELLEN KESSLER: 75 ANNI DI BALLI E CANTI PER NOI ITALIANI




di :Marco Chinicò

Alice e Hellen Kessler, le gemelle più amate d’Italia. Si dice che fra italiani e tedeschi non corra un buon sangue e molto spesso non si parla di classica leggenda metropolitana. Eppure il nostro paese ha ammirato, apprezzato, amato la bellezza e tutta la bravura artistica di Alice e Hellen Kessler, due bellissime ragazze tedesche, uguali di viso e corpo, fatte con lo stampino che dagli inizi degli anni 60’ fino alla fine degli anni 70’ hanno deliziato il pubblico della televisione nostrana con i loro balli e i loro canti. “Panta rei”, diceva un vecchio filosofo. Il tempo passa anche per loro, ma il 20 agosto l’Italia e il piccolo schermo hanno voluto rendere omaggio alle indimenticabili gemelle, alle tedesche più amate nella nostra penisola, che hanno spento le loro 75 candeline. 75 anni ben portati e con tanta voglia di tornare in scena per deliziare quel pubblico che piange e rimpiange la TV degli anni passati. Alice e Hellen Kessler, dopo un’esperienza poco fortunata negli Stati Uniti, approdano in Italia e mamma Rai le accalappia subito, riconoscendo in loro il grande talento di giovani e promettenti ballerine. All’epoca fecero scalpore le loro lunghe e sexy gambe, accompagnate da stacchi artistici, a parere dell’opinione pubblica del tempo, molto sensuali. Qualcuno gridò allo scandalo nel vedere i passi scosciati delle gemelle; l’Italia era ancora un paese pudico, ancorato a ferrei principi e valori. Le Kessler fecero il loro esordio italiano nel 1961, entrando a far parte del programma Giardino d’Inverno. Si fecero apprezzare e amare molto presto e furono le prime protagoniste del programma Studio Uno, in onda sempre lo stesso anno. Con le celebri Dadaumpa e La notte è piccola per noi, le gemelle sbarcarono subito il lunario. Il loro curriculum televisivo è ampio: La prova del 9, ancora Studio Uno nel 1966, Canzonissima, Emmer K2+1, Teatro 10, Milleluci, Palcoscenico, programma in cui fecero la loro ultima e costante apparizione in TV. Abbandonarono le scene trent’anni fa, nel 1981, e cinque anni dopo tornarono a vivere in Germania, ricevendo anche alcuni importanti riconoscimenti artistici, meritevoli di aver contribuito con la loro professionalità a sviluppare la cooperazione artistico- culturale fra Italia e l’allora Germania Ovest. Alice e Hellen parteciparono a due film: il Giovedì del 1963 con la regia di Dino Risi e i Complessi del 1965, recitando in quest’ultimo accanto all’indimenticabile Alberto Sordi. La Prova del 9 e Canzonissima permisero alle simpatiche “tedescone” di incidere 45 giri e di partecipare ad alcuni caroselli, facendo da sponsor a una casa produttrice di calze a rete, fatte con il nylon e imposte alle Kessler dalla Rai per coprire le loro gambe troppo lunghe e in mostra. Oggi Alice e Hellen sono due bellissime signore, vivaci, tenaci e in splendida forma, pronte a tornare in scena nei teatri italiani, a 30 anni dalla loro ultima apparizione. I nostalgici della televisione che fu sono pronti a sedersi per riammirare e applaudire le loro performance. Auguri ad Alice e Hellen per altri 75 anni a suon di ballo.

lunedì 22 agosto 2011

Vintage a San Benedetto. L'Antico e le Palme. dal 26 al 29 Agosto


HOME PORDENONE, UN FINE SETTIMANA A RITMO DI ROCK' N ROLL


PORDENONE - Venerdì 26 e sabato 27 agosto, la città di Pordenone verrà scossa a ritmo di rock’n’roll.



Tra le numerose iniziative dell’estate 2011 che spesso si accavallano e involontariamente si scontrano, spicca l’idea del pop artist e dj pordenonese Zellaby di gemellare la famosa Festa in Piassa del quartiere di Villanova col Pordenone Blues Festival sotto la bandiera del Rock’n’Roll e dedicare 2 giornate alla musica degli anni ’50 e dintorni.

Si comincia venerdì sera alla Festa in Piassa, nell’area Skatepark del Centro Sportivo Comunale a Villanova con “AMERICAN GRAFFITI”: dj Zellaby proporrà una scaletta musicale anni ’40 e ’50, dallo swing al rock’n’roll per tutti gli amanti del genere che potranno scatenarsi sulla pista da ballo appositamente allestita per l’occasione e circondata da auto americane d’epoca. Una suggestiva cornice per una serata danzante insolita.

Si continua il giorno seguente, nell’ambito del Pordenone Blues Festival (quest’anno alla 20^ edizione), con "IT’S ONLY ROCK’N‘ROLL! BUT I LIKE IT": sabato 27 pomeriggio, auto americane d’epoca e moto Harley Davidson grazie all’OLD SCHOOL GARAGE USA CAR CLUB PORDENONE si daranno appuntamento in Piazza della Motta a Pordenone.

Al chiostro di San Francesco dalle 16.00 dj set e Mercatino Vintage; alle 16.30 Stage di ballo Jive – Rock’n’Roll aperto a tutti, curato dalla scuola Top Dance Pordenone Rising Stars. Per tutta la giornata le selezioni musicali, dal jive al rock’n’roll, rockabilly, doo-wop, surf, fino al twist (ballo che quest’anno festeggia il suo 50° compleanno) saranno curate da Zellaby e dal famosissimo Capitan Urlo, al secolo Luca Grizzo, già voce dei Capitan Jive uno dei più brillanti musicisti nonché profondo conoscitore di questi generi.

Alle 19.00 concerto/aperitivo con “Johnny Loda Trio” un nome che da anni splende nel firmamento della scena rockabilly italiana. Alle 20.30 ci spostiamo alla Prosciutteria F.lli Martin Dock Dall’Ava in Piazza della Motta per il concerto di “Laralù & the Vintage Kings” altro nome notissimo nel panorama swing e jazz italiano, che delizieranno il pubblico con un cocktail di swing, jive e blues. La serata si concluderà con il Rock’n’Roll Party, di nuovo al chiostro di San Francesco dalle 22.30: Zellaby e Capitan Urlo si alterneranno fino a tardi alla consolle per una maratona di rock’n’roll.

5a RIEVOCAZIONE STORICA circuito motociclistico di Spoleto


Paupisi, tutto pronto per la 38° edizione della Sagra del Cecatiello


domenica 21 agosto 2011

Piacenza Expo, Mostre Auto & Moto d'Epoca e Piacenza Militaria



Appuntamento immancabile, sabato 17 e domenica 18 settembre 2011, per tutti gli appassionati di auto e moto d'epoca: si tratta della mostra Auto&Moto, che si svolgerà come sempre presso il Quartiere Fieristico Piacenza Expo.
La mostra consisterà in una vasta esposizione di vetture storiche e mezzi a due ed a quattro ruote, documentazioni cartacee, accessori di ogni genere per qualsiasi tipo di veicolo, modellismo statico e dinamico, pezzi di ricambio originali e tanto altro.
Il settore dedicato alle auto e moto d’epoca si estenderà sia al coperto che nell’area all'esterno dei padiglioni del Centro Fieristico; questo testimonia la vastità e l’abbondanza delle merce in esposizione, in un settore di costante interesse e di immutato fascino presso il pubblico, sempre numeroso in ogni appuntamento.

Questa edizione di Auto&Moto si svolgerà in concomitanza conPiacenza Militaria, mostra-scambio di collezionismo militare, che rinnova l'appuntamento con tutti gli appassionati e collezionisti.Piacenza Militaria vanta la presenza dei più importanti espositori del settore, che comprende il soft-air, la rievocazione storica, l'esposizione di mezzi storici.

Il biglietto d’ingresso è unico per il pubblico, sia per la parte di auto-moto che per quella del trattore d’epoca.

Sabato 17 e domenica 18 settembre, presso Piacenza Expo, dalle ore 9 alle ore 18 (sabato), oppure dalle ore 9 alle 17 (domenica)

‘Santa’: “Flower Power Party” al Covo




Mercoledì 24 agosto, con il patrocinio del Comune di Santa Margherita Ligure, direttamente da Ibiza torna al Covo di Nord Est la festa revival più famosa al mondo: Flower Power Party! Rivivrete lo spirito hippy con la migliore musica anni ’60 e ‘70, in un’atmosfera unica, divertente e colorata! Per la serata ci saranno animazione, artisti di strada, band, vestiti colorati, fiori ed acconciature a tema! La festa coinvolgerà tutta la città… anzi, tutta la Riviera! Una serata esclusiva che lascerà un ricordo indelebile! Al lavoro della console il dj set del locale. Dress Input: abbigliamento hippy anni 60, fiori, parrucche colorate, occhiali giganti e vestiti vintage! Ingresso omaggio donna e riduzione uomo entro le ore 00.30 con invito se vestiti a tema! Per informazioni e prenotazioni tel. 348 9822880. La serata è realizzata in collaborazione con Kuadra, società leader nel panorama italiano del Cleaning e Facility Management.

sabato 20 agosto 2011

GIONNI PROTONE E I PENTATOMICI PASSIONE PER IL ROCK ANNI '50







di Annalisa Casciani

L'AQUILA - Stessa vitalità e sprint del rock 'n' roll nella vita di tutti i giorni per Gionni Protone e i Pentatomici.


Ci se ne rende conto appena si conosce il gruppo, cinque ragazzi dai 20 ai 30 anni circa, tutti aquilani, per quella che sarà un'intervista corale (rispondono insieme come pensando contemporaneamente la stessa cosa), ricca di ironia e all'insegna della complicità.

Gionni Protone (nome d'arte, si rifiuta di rivelare il suo vero nome che dice non conosce più nessuno) è il cantante, noto nel panorama del blues aquilano degli anni '90 per aver cantato in band come Hot Beans Blues Band e Jumpy Eye's Blues Quintet ed è anche l'ispiratore del gruppo. Oltre a essere la voce del gruppo suona l'armonica a bocca e il kazoo.

Gli altri componenti sono Francesco Pezzopane, alla chitarra, Alessandro Pezzopane, al basso, Manuel Masciantonio, alla tastiera e Mattia Matone alla batteria.

A muoverli è la passione comune per la musica, il rock 'n' roll anni '50 è il genere che preferiscono, e la voglia di divertirsi e fare divertire.

Fanno capire che i loro concerti sono delle vere e proprie feste. La gente balla e si lascia andare.

Partiamo dalle origini, come siete nati e soprattutto perché?
Prima di decidere di suonare insieme, tutti facevamo parte di altre band e avevamo anni di musica, più o meno fortunati, alle spalle. L'esperienza c'era già, l'abbiamo soltanto messa in comune. Esistiamo come gruppo da più o meno un anno. Quello che ci ha spinto all'inizio sono stati successo, soldi e donne (a questa dichiarazione ironica del chitarrista, Francesco, tutti ridono) ma in assenza di successo, soldi e donne, che non arrivavano, siamo stati costretti a suonare rock 'n' roll.

Quindi il genere che suonate è il rock 'n' roll?
In realtà l'idea era di fare blues. Ci piaceva perché è un genere, che amiamo, ma, soprattutto, che si suona facilmente anche se il gruppo non può provare tutti i giorni (i ragazzi più giovani studiano fuori L'Aquila). Le serate avevano poco successo. Il genere è di nicchia e poco popolare.

Quindi cosa avete fatto?
Durante un concerto, il nostro chitarrista, Francesco, ha improvvisato un pezzo rock 'n' roll anni '50, un sound diverso e un brano che non avevamo provato prima. Gionni gli è andato dietro e il pubblico si è svegliato all'improvviso, tutti ballavano come pazzi sulle note di Johnny be good. Abbiamo avuto un'illuminazione, quella era la nostra strada.

Quindi adesso suonate sopratutto rock 'n' roll, quali sono gli artisti che preferite?
Prima di tutto Elvis Presley, poi Fats Domino e Jerry Lee Lewis e tutto quello che è rock 'n' roll anni '50. Quello positivo del boom economico americano, per intenderci. Noi riproponiamo quella positività nella vita e nel futuro, 60 anni dopo all'Aquila. Portiamo felicità, insomma (a precisarlo è Gionni, il cantante)!

E adesso come vanno le cose? Il rock 'n' roll vi ha portato il successo?

Abbiamo molti ingaggi all'Aquila, ma anche in altre città d'Abruzzo. Come tutti puntiamo in alto. Vogliamo valicare le frontiere della regione. Vogliamo richiamare sempre più pubblico. Chi ci guarda si diverte, balla, si scarica, i nostri concerti sono delle feste, anche Gionni durante gli assolo di chitarra si dimena sul palco. Perché suonare il rock 'n' roll fa divertire anche noi. Questo perché al contrario degli altri gruppi che cercano il successo, noi lo cerchiamo divertendoci (mi ripete Gionni che ci tiene a far capire chiaramente che il divertimento è il motore dei loro concerti).

Progetti per il futuro, ragazzi?
Abbiamo qualche canzone originale nel cassetto, ma ancora dobbiamo lavorarci. Poi il rock 'n' roll, ovviamente, che non passa mai di moda e non morirà mai: continueremo a suonarlo.

Quale sarà la prossima tappa del vostro tour estivo?
La prossima e ultima tappa (i ragazzi hanno suonato per tutta l'estate, con varie tappe per l'Abruzzo), sarà stasera alle 20, al bar del Corso all'Aquila. Il concerto si suddividerà in tre fasi: una prima di riscaldamento, suoneremo 2 o 3 canzoni rockabilly; la seconda che prevede l'ormai attesissima, per chi già ci conosce, gara di twist, con premio al vincitore di un drink omaggio offerto da Gionni in persona; e un'ultima fase prettamente rock 'n' roll, con ballo sfrenato assicurato. Poi Gionni, ciliegina sulla torta, anima il concerto di battute e suoi "detti tipici", per ascoltarli dovete venire.

Con cosa sorprenderete il pubblico questa volta?
Il tastierista suonerà con due mani e una gamba, una gamba di manichino. Ma non anticipiamo troppo è una sorpresa. Ci sarà da divertirsi.


Editoria&web/ Isbn edizioni lancia un sito musicale "retrò"...

Il 15 settembre esce in Italia, per Isbn edizioni, "Retromania", il nuovo saggio musicale dell'apprezzato critico Simon Raynolds (che già coniò l'abusata definizione "post punk"). Per l'occasione, la casa editrice milanese lancia un blog musicale: "Da tempo Isbn Edizioni voleva parlare di musica non solo con i libri, ma anche attraverso un un sito che diffondesse un certo tipo di cultura musicale". I PARTICOLARI



L'occasione è il lancio "Retromania", un saggio musicale (in uscita il 15 settembre) firmato da uno dei critici più stimati, Simon Raynolds (è stato lui a coniare l'abusata definizione "post punk"). Ma non si tratta solo di un'operazione di viral marketing per creare curiosità intorno a un libro. La casa editrice indipendente milanese Isbn ha appena lanciato un blog musicale (qui) che prende sì spunto dal libro, ma punta a rappresentare un punto di riferimento online per gli appassionati di una "certa" musica.

"Perché questo blog? Perché da tempo Isbn Edizioni voleva parlare di musica non solo con i libri, ma anche attraverso un un sito che diffondesse un certo tipo di cultura musicale e che offrisse contributi originali sulla scena musicale internazionale, dagli anni settanta ai giorni nostri. E poi, perché pensiamo che Simon Reynolds sia uno dei più importanti giornalisti musicali contemporanei, e ci piacerebbe diffondere quanto più possibile la sua opera: attraverso post relativi ai suoi libri, commenti, estratti e riflessioni, videoclip da YouTube, schede di gruppi, discografie e piccole monografie per orientarsi all'interno dell'universo Reynolds e della musica da lui analizzata. Insomma, una sorta di mega-archivio di contributi musicali e non solo, che si svilupperanno partendo dalla mappa dettagliata e stratificata che Simon Reynolds traccia all'interno dei volumi Post-Punk 1978-1984, Hip-hop-rock 1985-2008, Totally Wired fino all'ultimo, Retromania", si legge sul blog http://retromania-isbn.blogspot.com.

Revival dei mitici anni '80 a Marina di Pietrasanta


ATTESA PER APERTURA IV EDIZIONE STRUMENTI&MUSICA FESTIVAL: IL 21 AGOSTO CON “SPOLETO COME ERAVAMO” E “CANTA’ A DISFIDA”


"Festestate", l'estate dei terlizzesi si tinge di festa 21/08/2011


martedì 16 agosto 2011

L'Ape Piaggio conquista Parigi

Boom nella capitale francese di tour tra i monumenti a bordo del celebre triciclo a motore.





Parigi pullula di Ape: i tricicli a motore, prodotti dall'italiana Piaggio, sono diventati, da quest'estate, una delle principali "attrazioni" turistiche della capitale francese.


"C'è stato un boom - scrive oggi il quotidiano Le Parisien - ultimamente questi 'risciò' dei tempi moderni sono ovunque, ai piedi della Tour Eiffel, sugli Champs-Elysees, a Notre Dame, e propongono percorsi per scoprire in modo alternativo i principali luoghi della città". Inoltre sono sorte almeno sei società che si spartiscono il mercato e che si occupano della loro gestione e non mancano gli abusivi. "Questo settore d'attività si è sviluppato su un vuoto giuridico - spiega uno dei gestori - Le autorità non sapevano bene come inquadrarlo e quindi l'hanno catalogato tra i moto-taxi. I conducenti di 'tuk-tuk' (così i francesi chiamano il servizio, prendendo in prestito il termine thailandese per definire i taxi a 3 ruote, ndr) dovrebbero quindi avere la patente per la moto ma raramente è così".


Il tuk-tuk alla francese non è però un vero e proprio servizio di taxi, ma propone piuttosto 'passeggiate' turistiche per scoprire Parigi. Può trasporare fino a tre persone posizionate sul retro, in una sorta di bauletto decappottabile. Il prezzo di una corsa può variare dai 20 ai 60 euro a persona, dipende dalla durata e dal percorso scelto. I turisti l'adorano e anche i parigini. La capitale francese, tra l'altro, ha un feeling speciale con l'azienda italiana della Vespa. Sono molto diffusi a Parigi gli Mp3, gli scooter Piaggio con tre ruote, due nella parte anteriore. Il candidato alle primarie socialiste Francois Hollande, che lo usa quotidianamente per le trafficate strade parigine, ne è un "testimonial" entusiasta.

La via della seta tour: concerto de Le Orme domenica 21 agosto a Carbonara Scrivia

CARBONARA SCRIVIA - Domenica 21 agosto, a Carbonara Scrivia, in piazza Monsignor Goggi, con inizio alle ore 21.30, arriva “La via della seta tour 2011”, concerto de Le Orme.

Gruppo italiano tra i più amati ed importanti, ed uno dei più conosciuti anche all'estero, Le Orme, tra le band originarie dell’era beat, è quella che ha vissuto la più convincente evoluzione negli anni ’70.

Le Orme nascono nel 1966 a Marghera e la loro carriera è stata costellata da importanti successi: tra questi il primo album dal titolo “Ad Gloriam” che è ancora considerato uno dei migliori dell’era beat italiana.

La formazione attuale vede di quella originaria la presenza del solo Michi Dei Rossi (batteria, percussioni) a cui si sono aggiunti Michele Bon (organo Hammond, tastiere) che al gruppo si era unito nel 1990 e più di recente Fabio Trentini (basso).

Per il tour suoneranno con Le Orme: Jimmy Spitalieri (voce), William Dotto (chitarra elettrica) e Federico Gava (piano e synth).

La via della Seta è il nuovo album de Le Orme, pubblicato in formato Cd /Lp /LP+Cd su etichetta Love Music con distribuzione SELF. L'album uscito a metà Aprile ha molti motivi per essere ricordato e passare velocemente alla storia. Innanzitutto è il primo del "nuovo corso" de LE ORME guidate dall' inossidabile Michi Dei Rossi ma coadiuvato da 5 eccellenti musicisti. Quindi perchè ritorna la storica visione del concept-album; questo, e lo si intuisce già dal nome, è dedicato al venexiano e illustre concittadino Marco Polo che per primo esplorò le vie del lontano Oriente tornando con preziose mercanzie.


FOTO DEL GIORNO

Dal Summer Jamboree festival


domenica 14 agosto 2011

LA R4 COMPIE 50 ANNI

di Paolo Matteo Cozzi

Nata come auto tuttofare, capace di viaggiare sulle strade di città durante la settimana per trasferirsi nel week end sui fondi stradali di campagna, è diventata con gli anni il simbolo di una gioventù spensierata e pronta a godersi la vita






La R4 degli artigiani era bianca, o grigia. Era blu per la polizia, giallo acceso per la posta.Per tutti gli equipaggiamenti erano spartani e i colori semplici, magari un po' spenti. Come semplice era il suo design: due volumi per 4 sportelli, parabrezza piatto (assai meno costoso di quelli incurvati), un grande portellone per spalancarne il vano di carico. Insomma: niente fronzoli. Quando arriva, nei Sessanta, offre dell'auto un concetto nuovo: camaleontica, è la prima auto-strumento da lavoro adatta però tanto alla vita in città quanto alle fughe nei week end. Con la trazione anteriore, una novità assoluta per il marchio francese, e un motore semplificato, economico, - appena 747 centimetri cubi, 24 cavalli, tre rapporti al cambio - è a proprio agio sulle strade di Francia e di mezz'Europa. Non solo: la struttura rialzata da terra e il peso contenuto la rendono pure tanto versatile da poter affrontare senza incertezze anche il fuoristrada (soft). Prodotta fra il 1961 e il 1992, e venduta in oltre 8.150.000 unità, è divenuta un simbolo anticonformista per almeno tre generazioni di clienti, diversi e trasversali.

Se nei Sessanta l'auto deve essere uno strumento di lavoro dal lunedì al venerdì, per poi diventare il sabato e la domenica l'automobile per la famiglia che parte per il fine settimana, come si fa d'estate per le vacanze, R4 è la vettura ideale. L'aspetto troppo essenziale però la fa percepire con diffidenza, almeno all'inizio. In fondo è contemporanea di "pezzi" mitici: in Italia c'è la 500 di Dante Giacosa, nella Swinging London la Mini di Issigonis, in Germania il Maggiolino di Porsche. Persino in Francia l'avversario diretto è l'iconica 2Cv di Flaminio Bertoni (successivamente anche la Mehari). Il compito è arduo. Nel 1963 con la versione "Parisienne" l'utilitaria piace alle donne. È l'inizio di un successo travolgente: conquista tanto gli operi quanto le signore della Parigi "bene". La vettura popolare per antonomasia costa 350.000 franchi francesi (per i progettisti infatti era semplicemente "la 350"), e da lí in poi l'ascesa è inarrestabile. Come i blue jeans, è passata dal concetto utilitaristico a simbolo della gioventù. Renault ne propone quindi più versioni, in particolare una berlina popolare, un modello semi-commerciale, uno commerciale. Per rendere il modello versatile ha la carrozzeria composta solo da vano motore dall'insieme baule-abitacolo. Uno spazio unico dove l'abitabilità è addirittura in grado di evolvere in funzione delle esigenze, grazie alla panchetta posteriore ripiegata che trasforma l'auto da veicolo commerciale a versione familiare.

Il veicolo è solido e adatto a ogni fondo stradale, indistruttibile e caparbio. Ha sospensioni indipendenti a barra di torsione che offrono una grande ampiezza di oscillazione, consentendo di avanzare sia sullo sterrato che sulle strade statali. Indipendente come i movimenti studenteschi di quegli anni, abolisce i vincoli di manutenzione: olio e acqua non sono più un problema grazie alla messa a punto di un circuito di raffreddamento sigillato. Declinata in quattro modelli R3, R4, R4L, R4L Super Confort, si adatta a tutti gli ambienti e a tutti gli stili di vita. Auto globale, è costruita in 27 Paesi e venduta in oltre 100, e diventa l'auto icona di una gioventù curiosa e originale, hippy e spensierata che si ritrova nelle canzoni di Michel Fugain e del suo Big Bazar, sulle note di "C'est la fête". In 40 anni non cambia mai il look, tutt'al più si concede qualche lieve modifica, mai una rivoluzione. Eccezion fatta per un unico vezzo: la versione Bye Bye, un'edizione limitata a 1000 unità, che nei Novanta ne saluta l'uscita di scena.