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giovedì 15 dicembre 2011

1965-1966 - La nascita del nuovo rock

Riccardo Bertoncelli (con C. Rizzi e F. Zanetti)
1965-1966 - La nascita del nuovo rock
(Giunti, 287 pagine, 19,50 €)



Ecco il prequel a "Sgt. Pepper - La vera storia" e a "1969", i due volumi precedenti che Riccardo Bertoncelli e Giunti hanno dedicato agli "anni d'oro del rock": con un impianto collaudato - cronologia sintetica, saggi dedicati ai principali protagonisti/eventi musicali del periodo, schede sui dischi più rappresentativi degli "altri" - e le garanzie offerte da una squadra rodatissima (Bertoncelli si avvale dei contributi specialistici del collaboratore storico Cesare Rizzi e del direttore di Rockol Franco Zanetti), "1965-1966" farà gola a chi ama le storie e la Storia del rock perché racconta di anni davvero speciali e gloriosi agli albori della rivoluzione culturale giovanile (cui viene scelto come preludio la profetica "A change is gonna come" di Sam Cooke). Tanto che nelle sue 287, forzatamente sintetiche pagine, gli autori devono fare miracoli per acchiappare per la coda i frenetici, tumultuosi avvenimenti di un periodo febbrile, agitato, dove un mese sembra un anno o più per come le cose mutano, cambiano forma, stile, linguaggio e significato.
Beatles e Dylan sono naturalmente al centro della scena, fotografati in un momento chiave delle rispettive parabole artistiche: il passaggio alla maturità per i Fab Four (dagli sbarazzini film avant-pop di Richard Lester ai formidabili "Rubber soul" e "Revolver"), l'abiura del folk di protesta in favore dell'elettrificazione e della poesia visionaria per il bardo di Duluth ("Bringing it all back home", "Highway 61 Revisited" e "Blonde on Blonde", Newport e la scomparsa dalle scene dopo l'incidente motociclistico). Il resto è un resoconto teso, a volte asciutto altre pittoresco, di intrepide avventure spesso avvolte nella leggenda, sulle due coste degli Stati Uniti e dall'altra parte dell'Atlantico. I Byrds e i Beach Boys, i primi semi dell'estate dell'amore a San Francisco e le prime geniali follie di Frank Zappa, i Velvet Underground pilotati da Andy Warhol e il radicalismo dei Fugs, gli Who e gli Stones. Ma anche il jazz rivoluzionario di John Coltrane, la cui "ferocia velocità precisione invenzione" ne fanno un eroe imprescindibile di quegli anni, e i dimenticati "one hit wonder" del garage rock americano, progenitori dei punk rockers anni Settanta.
I lettori più smaliziati e già addentro alle vicende rock apprezzeranno soprattutto le pagine dedicate alla provincia dell'impero, con i preziosi souvenir dall'unico tour italiano dei Beatles (peccato però il "misprint" ripetuto del nome dell'impresario Leo Wachter..), il Dylan tiepidamente accolto e un po' frainteso dalle riviste teen e dagli artisti nostrani e una bella appendice dedicata al beat, anzi bitt, italiano. E poi le minuzie (i segreti delle copertine di "Bringing it all back home" e del "banana album" dei Velvet, i dietro le quinte della famigerata "butcher cover" beatlesiana), le memorabilia (impagabili le locandine che presentano i Nomadi alternativamente come "i Beatles italiani" e "i Rolling Stones italiani") e il ripescaggio di storici contributi firmati Phil Ochs, Greil Marcus e Ralph J. Gleason, Richard Honigman e Richard Barnes (in diretta rispettivamente da un "acid test" a Frisco e da un concerto degli Who al Railway Hotel di Londra), Jerry Hopkins e Richard Goldstein (in occasione della prima apparizione newyorkese di Zappa con le Mothers of Invention).

sabato 20 agosto 2011

Editoria&web/ Isbn edizioni lancia un sito musicale "retrò"...

Il 15 settembre esce in Italia, per Isbn edizioni, "Retromania", il nuovo saggio musicale dell'apprezzato critico Simon Raynolds (che già coniò l'abusata definizione "post punk"). Per l'occasione, la casa editrice milanese lancia un blog musicale: "Da tempo Isbn Edizioni voleva parlare di musica non solo con i libri, ma anche attraverso un un sito che diffondesse un certo tipo di cultura musicale". I PARTICOLARI



L'occasione è il lancio "Retromania", un saggio musicale (in uscita il 15 settembre) firmato da uno dei critici più stimati, Simon Raynolds (è stato lui a coniare l'abusata definizione "post punk"). Ma non si tratta solo di un'operazione di viral marketing per creare curiosità intorno a un libro. La casa editrice indipendente milanese Isbn ha appena lanciato un blog musicale (qui) che prende sì spunto dal libro, ma punta a rappresentare un punto di riferimento online per gli appassionati di una "certa" musica.

"Perché questo blog? Perché da tempo Isbn Edizioni voleva parlare di musica non solo con i libri, ma anche attraverso un un sito che diffondesse un certo tipo di cultura musicale e che offrisse contributi originali sulla scena musicale internazionale, dagli anni settanta ai giorni nostri. E poi, perché pensiamo che Simon Reynolds sia uno dei più importanti giornalisti musicali contemporanei, e ci piacerebbe diffondere quanto più possibile la sua opera: attraverso post relativi ai suoi libri, commenti, estratti e riflessioni, videoclip da YouTube, schede di gruppi, discografie e piccole monografie per orientarsi all'interno dell'universo Reynolds e della musica da lui analizzata. Insomma, una sorta di mega-archivio di contributi musicali e non solo, che si svilupperanno partendo dalla mappa dettagliata e stratificata che Simon Reynolds traccia all'interno dei volumi Post-Punk 1978-1984, Hip-hop-rock 1985-2008, Totally Wired fino all'ultimo, Retromania", si legge sul blog http://retromania-isbn.blogspot.com.

venerdì 4 marzo 2011

Garlenda, una serata dedicata alle donne al museo multimediale della Fiat 500



Garlenda. Martedì 8 marzo, in occasione della Festa della Donna, il museo multimediale della 500 “Dante Giacosa” di Garlenda dedica una serata del proprio ciclo di incontri culturali alle cinquecentiste.

Sono infatti molte le socie (o le mogli, le figlie, le sorelle, le fidanzate di soci) che vivono in prima persona la passione per la mitica bicilindrica, partecipano alle manifestazioni ed addirittura si impegnano in lunghi viaggi a bordo del cinquino.

E’ il caso della genovese Marina Re, che racconterà le proprie esperienze tra tour, gare, meeting. Il mondo del motorismo storico affascina dunque anche le signore, che spesso non si limitano ad andare “a rimorchio” degli uomini, ma sanno essere protagoniste o comunque affiancare validamente i propri compagni. Ed è bello che lo facciano a bordo della 500, un’auto che all’epoca permise a tante donne di imparare a guidare e di conquistare maggiore indipendenza: che l’emancipazione femminile sia avvenuta anche grazie alle quattro piccole ruote?
La serata sarà arricchita anche dall’intervento del maresciallo dei carabinieri Davide Chaia, il quale parlerà di un argomento estremamente serio e delicato: come testimoniano le vicende di cronaca, nonostante l’evoluzione della società le donne sono ancora troppo spesso vittime di varie forme di violenza, ma per fortuna non mancano gli strumenti validi per la loro protezione. Sicurezza in primo piano, dunque, e stavolta non soltanto quella che va preservata quando ci si mette al volante (il “Dante Giacosa”, lo ricordiamo, è anche centro di documentazione per l’educazione stradale).

Il ciclo “Incontriamoci al Museo” proseguirà poi martedì 22 marzo con la presentazione del libro “500 Abarth – Tutti gli scorpioni velenosi” di Antonio Erario, sempre alle ore 21, con ingresso gratuito.

Una curiosità che piacerà agli internauti: in via sperimentale, le serate sono riprese da una webcam e trasmesse sul sito www.500clubitalia.it 

Nelle foto: il commissario tecnico del Fiat 500 Club Italia Enrico Bo mentre autografa il suo libro “Tutti i colori della 500”, presentato nella serata del 22 febbraio; Marina Re con la sua Giardiniera ad una manifestazione di auto d’epoca svoltasi nella Riviera di Levante.

martedì 8 febbraio 2011

Jules Verne, un falso scrittore per ragazzi



8 febbraio 2011 - Molti lo ricorderanno come Giulio Verne, una stravagante nazionalizzazione, che ha fatto sì che molti ragazzi siano cresciuti credendolo un autore italiano.

Jules-Giulio è nato nel 1828 a Nantes, città sulla Loira a pochi chilometri dall’oceano, esattamente oggi, 8 febbraio. Acque di terra e lo spazio infinito dell’Atlantico hanno, da sempre, cibato il suo sguardo. Il padre l’avrebbe voluto avvocato ma la perniciosa frequentazione con Alexandre Dumas, anche lui ribattezzato Alessandro(!), lo convinsero a dedicarsi all’attività letteraria.

Forse la Francia si è persa un avvocato ma si è ritrovata un genio assoluto dell’immaginazione applicata alla scienza.
Una fortuna per tutti.

Suo mentore fu, senza dubbio, Pierre Jules Hetzel, piccolo grande editore e geniale illustratore. A lui si debbono le interpretazioni disegnate di molti romanzi di Jules, raccolti in volumi titolati Voyages Extraordinaires.
Verne era affascinato dal viaggio di scoperta ma non s’avventurava mai in un racconto senza prima aver raccolto tutte le informazioni scientifiche disponibili. Un grande divulgatore diremmo oggi ma, forse più propriamente, il fantasioso librettista della ricerca pura. Opere intriganti nelle quali la creatività si fondeva con le scoperte più avanzate, dove il lettore dell’epoca ritrovava i solidi principi della scienza disciolti in avventure poco credibili eppure possibili.
20.000 sotto i mari” è il romanzo che lo consacra, con “Il giro del mondo in 80 giorni” prende per mano il lettore e lo accompagna nell’avventura a lui, Jules, più congeniale, “Viaggio al centro della terra” è l’apoteosi romanzata della curiosità che sconfigge le paure claustrofobiche, “Dalla terra alla luna” è la sua opera più citata a far data dal 20 luglio 1969, quando l’uomo mise piede davvero sulla superficie lunare.

Da anni è considerato l’inventore della “fantascienza” ma gli rende maggior merito uscire dal neologismo e parlare di un autore con la sfrenata fantasia di un bambino e la pacata consapevolezza che la scienza renderà tutto, o quasi, possibile.
Eppure, una delle opere più meritorie di Verne, che divenne un libro pubblicato nel 1882, è dedicata a Cristoforo Colombo. Lo descrisse, è vero, come un eroe epico ma non tralasciò di studiare sui documenti originali e sulle riproduzioni di lettere e dispacci dello stesso Colombo nonché sul diario, andato perduto e riscritto da monsignor Della Casa, del navigatore genovese. Il fascino “dell’avventura delle avventure” e del suo interprete filtrato dal quotidiano realismo delle prove scritte. Come sempre.
Morì male, a 77 anni, quasi cieco e inchiodato, ironia della sorte, su una carrozzella alla quale fu costretto da un nipote demente che lo aveva gambizzato.