martedì 29 marzo 2011

Locanda delle fate: prog con i capelli bianchi




Alla Blues House la band astigiana conserva intatto il proprio sapore, come un buon vino d'annata

Di Gaetano Lombardo


Quella di essere sottovalutate o misconosciute è la sorte che spesso tocca alle espressioni artistiche troppo raffinate e troppo poco "popolari". Questo è un po' il destino che è toccato alla Locanda delle Fate, band astigiana che nel '77 aveva lasciato una delle migliori impronte del prog italiano (Forse le lucciole non si amano più) e che sabato 26 si è riunita sul palco della 
Blues House. Da allora le cose non sono cambiate poi tanto: il pubblico sarà anche diverso ma la nicchia è rimasta tale e questa dimensione un po' esclusiva rende l'atmosfera suggestiva nel suo fascino vintage.

Il live è una celebrazione del prog melodico che ammicca ai capostipiti del genere (in Italia, la PFM e il Banco). Protagoniste assolute le scorribande strumentali tra controtempi e cambi ritmici, esiti di una tecnica sopraffina che però non sacrifica lo slancio emotivo (la voce di Leo su Vendesi Saggezza è commovente). È in casi come questo che viene da paragonare la musica a certe bottiglie di vino d'annata, capaci di conservare intatto il proprio sapore dopo tanti anni.

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