venerdì 4 marzo 2011

Analogico, riveduto e corretto



di Valentina Bernocco

Il vinile sta tornando, o meglio non se ne era mai andato. Negli anni Novanta un po’ tutti avrebbero scommesso sul compact disc come formato destinato a conquistare il futuro, soppiantando senza pietà cassette a nastro ed lp. Ed è stato così, almeno in parte. Ma nessuno poteva immaginare che vent’anni dopo il più antiquato fra i supporti sarebbe stato ancora di moda, più di moda del cd. Nemmeno l’era dell’mp3 ha scalfito il fascino dell vinile: retrò sì, ma mai obsoleto.


La novità Tdk e la nostalgia delle case discografiche


L’anno del grande ritorno è stato quel 2008 in cui negli States le vendite sono quasi raddoppiate, da 1 a 1,8 milioni di pezzi, arrivando poi nel 2010 a quota 2,8 milioni. Da qualche tempo molti grandi artisti internazionali (Pearl Jam e Radiohead, per citare un paio di precursori) sdoppiano regolarmente le proprie uscite discografiche in una versione “basic”, su cd, e in una per i fan fedelissimi, con cofanetto accessoriato di uno o più dischi in vinile. E se le fiere del disco usato e da collezione sono una realtà nota, ma forse un po’ selettiva, oggi anche le aziende di elettronica hanno colto l’opportunità commerciale di un analogico riveduto e corretto.

L’AMARCORD CHE FUNZIONA. 

Tdk sta lanciando in questi giorni un nuovo giradischi che unisce un design vintage ed elegante a evolute caratteristiche tecniche, a cominciare dal meccanismo azionato da motore semi-silenzioso e da cinghia in gomma, che minimizza le vibrazioni, e dal display con equalizzatore integrato. Ma c’è di più: una delle due versioni di questo modello, che fa parte di una più ampia gamma di supporti per la riproduzione audio marchiata Tdk Life on Record, integra un ingresso Usb per collegarsi al proprio computer e trasferirvi, tramite un software in dotazione, le tracce audio da convertire in formato mp3.

DALLE CASSETTE ALL'MP3. 

Apparecchi di questo tipo non sono del tutto nuovi al mercato, ma è significativo che a scommetterci sia ora un marchio storico come Tdk, ancora associato nell’immaginario collettivo alle mitiche cassette a nastro degli anni Ottanta e Novanta. Ed è un passo importante non tanto dal punto di vista tecnologico, quanto – per così dire – emotivo; un’operazione nostalgia non fine a se stessa, ma mirata a portare davvero nel futuro un pezzetto del nostro passato, senza peraltro rinunciare ai vantaggi del digitale.

Digitale e analogico, una convivenza possibile

L’idea di fondo di prodotti come il giradischi Usb sta proprio nell’integrazione di due possibilità d’ascolto, e in definitiva di due mondi ormai non più concorrenti: da un lato il digitale, dall’altro l’analogico. La parolina magica dell’era dei nuovi media – convergenza – mostra un altro dei suoi volti, ovvero la capacità di rendere facile, quasi occultandola, la transizione tra un medium e l’altro, tra un mondo e l’altro. Possiamo dunque disporre di tutti i noti bonus del digitale (riproducibilità, miniaturizzazione e portabilità dei supporti, abbattimento dei costi ecc.) senza però privarci del piacere di acquistare, collezionare, toccare un oggetto fisico caricato di valori emotivi e rituali.

IL MITO DEL VINILE. 

Oggi, forse, l’idea di un giradischi compatibile con file digitali non stupisce più di tanto, ma fino a non molto tempo fa avrebbe forse generato scetticismo. Più che stare al passo con tempi, le tecnologie camminano sempre un po’ più in fretta, e non possiamo sapere se e quando anche l’ormai indispensabile mp3 non godrà più dei favori del mercato. Guardando indietro, in ogni caso, la principale costante che ha tenuto insieme musica e fan attraverso i decenni sembra proprio lui, il mitico disco nero.

E se il vinile li seppellisse tutti? ;)


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