venerdì 28 gennaio 2011

Auto d'epoca. È a Bovegno la Chrysler 75 che fu di Al Capone



La Chrysler 75 del 1928 che fu di Al Capone oggi è a Bovegno, proprietà di Paolo Mazzoldi, mobiliere, appassionato d'auto d'epoca. La storia dell'auto del nemico pubblico n° 1 di Chicago passa proprio da due bresciani: Mazzoldi e Domenico Paterlini, già sindaco di Travagliato. Quest'ultimo, studente a Parma nel 1971, entrò in contatto con una signorina 85enne di Catania, Monica Fortunata, che possedeva tre auto d'epoca. Paterlini scelse la Chrysler per
400mila lire, pagabili in rate mensili di 50mila, sottratte alla «paghetta». L'auto fu portata in carrozzeria a Parma: un finestrino era bloccato e smontando la portiera venne trovata, intatta, una multa del 1930, comminata ad Alphonse Capone, a Chicago. Paterlini scrisse alla Chrysler ed ebbe conferma: la mastodontica vettura (25 quintali) era quella di Al. Il tutto fu certificato dal notaio Cuccia. Durante la guerra, un inglese infatuato della signorina Monica, fece sua l'auto di Al Capone ad un'asta in New York e, trasportatala a Catania, gliela lasciò. 
Paterlini, dopo anni, la mette in vendita alla Fiera di Padova: e Mazzoldi se ne innamora. Consulta i figli Cristian e Romina, ha la benedizione della moglie Giuliana e l'auto risale le aspre curve di Bovegno. Oltre che alle sfilate di bellezza (premiata più volte) la Chrysler potrà ospitare freschi sposi nel giorno delle nozze. Paolo Mazzoldi la lustra, la riporta a mirabile perfezione. Manca solo l'aquilante tappo della benzina. Cerca in Internet e trova l'originale in Michigan, dietro esborso di 800 dollari. E la Chrysler di Al Capone torna agli splendori degli Anni '20. Mazzoldi la tiene come un gioiello: «Un tempo - dice - era nera. Ora ha la carrozzeria color panna, la capote e il portabagagli grigio scuro. Era chiamata 75 perché all'epoca toccava le 75 miglia, ossia cento chilometri orari con i suoi 4000 cc di cilindrata. Una velocità sbalorditiva, allora, a prova d'inseguimenti».

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