domenica 28 giugno 2015

Cinema, rivive a Sassari con “Apollo Beat” il poliziottesco anni Settanta




SASSARI. Nell’ufficio del questore, ricostruito all’interno del Liceo Azuni, crocifisso e ritratto del presidente della Repubblica: Giovanni Leone. Con la web serie “Apollo Beat”, Sassari torna indietro di 40 anni, al 1975.

A sviluppare l’idea Michele Gagliani, Giuseppe Bulla e Francesco Bellu che hanno scritto la puntata pilota visibile da tutti sul web tra poche settimane, all’inizio di agosto. Per farsi un’idea si può già dare uno sguardo al trailer (sul sito apollobeat.it e il canale youtube) che verrà presentato ufficialmente, insieme a tutto il progetto, venerdì 26 alle 19 alla libreria Azuni all’interno della rassegna “GialloNoir - Brividi d'estate”.

Protagonisti della serie sono un gruppo di poliziotti formato dai membri degli Apollo Beat, giovane band nata con l’intento di riproporre il sound e le sonorità delle colonne sonore degli anni Settanta. Da questa passione nasce anche il progetto di una web serie, che parte dall’incontro tra il regista di Sorso Michele Gagliani e il gruppo musicale sassarese.

«Abbiamo fatto prima un videoclip e mi hanno colpito subito le loro facce» racconta Gagliani. Primo passo verso la puntata pilota della web serie, ovviamente low budget, prodotta da Apollo Beat, Bulls&Buffaloes e Crew Pictures.

«Non è facile - sottolinea Giuseppe Bulla, uno dei protagonisti - perché l’ambientazione nel passato comporta anche delle difficoltà logistiche non indifferenti. Per le auto dobbiamo ringraziare per la disponibiltà Giovanni Paladel club Motori d’epoca».

Auto in questione che è ovviamente l’Alfa Romeo Giulia, regina di quel periodo, protagonista dei poliziotteschi anni Settanta che “Apollo Beat - La serie” omaggia. «Ovviamente - sottolinea il giornalista Francesco Bellu che ha collaborato alla sceneggiatura - era inevitabile fare ricorso a certi cliché, senza esagerare. Tra i riferimenti possiamo sicuramente citare i film di Lenzi e Di Leo, con personaggi che rappresentano poliziotti che non risparmiano comportamenti duri, al limite della legge».

Anche Gagliani precisa che non si tratta di un semplice omaggio: «Ci sono richiami nei colori, in alcune inquadrature, nell’utilizzo in certi casi dello zoom come si può vedere in quei film - racconta il regista - però crediamo di aver fatto un buon lavoro, con molti lati originali. Ci siamo anche divertiti a trovare a Sassari i luoghi adatti, che richiamassero agli anni Settanta e alla fine abbiamo girato in molte parti della città. In particolare a Latte Dolce, nel centro storico, in Piazza d’Italia». (f.c.)

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