martedì 8 marzo 2011

Torino rilancia il museo così la storia fa spettacolo


Dal prossimo 20 marzo riapre il nuovo Museo dell'Auto, una delle collezioni più rare ed interessanti nel suo genere con quasi 200 automobili originali di 80 diverse marche

Più di trentatre milioni di euro, di cui 22 destinati alla ristrutturazione dell'edificio e 11 milioni agli allestimenti interni: questo l'investimento per il rilancio del nuovo Museo dell'Automobile di Torino, la cui inaugurazione è prevista per il prossimo 19 marzo alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Poi, il 20, sarà la volta del grande pubblico.


Non si tratta di una semplice ristrutturazione architettonica ma un intervento che mira a posizionare in modo dinamico e sensazionale la nuova realtà museale all'interno del panorama culturale italiano. Il suo aspetto, contemporaneo e avveniristico, è stato progettato e ideato dall'architetto Cino Zucchi e l'innovativo spazio espositivo è firmato dallo scenografo François Confino, che a Torino ha già allestito il Museo del Cinema.


Il Museo vanterà una delle collezioni più rare ed interessanti nel suo genere con quasi 200 automobili originali di 80 diverse marche comprendenti un periodo che va dal 1769 al 1996, e quindi sarà in grado di mostrare ai visitatori, nei suoi 19.000 mq di spazio espositivo, la storia dell'automobile ma anche quella di una cultura e di una società attraverso un percorso unico al mondo per linguaggio e per patrimonio.
All'esposizione museale si aggiungono uno spazio eventi, un centro congressi, un centro di documentazione oltre al centro didattico, al bookshop e alla caffetteria e ristorante. Al vertice del Museo Nazionale dell'Automobile di Torino il Presidente, Giuseppe
Alberto Zunino, il Vice Presidente, Fiorenzo
Alfieri e il Direttore Rodolfo Gaffino Rossi
Dal prossimo 20 marzo il Museo sarà quindi aperto il lunedì dalle 10 alle 14; il martedì dalle 14 alle 19; il mercoledì, il giovedì e la domenica dalle 10 alle 19; il venerdì e il sabato dalle 10 alle 21. Il costo del biglietto è: intero 8 euro, ridotto 6 euro, scuole 2,50 euro.

Ma torniamo alle auto: la collezione del Museo dell’Automobile di Torino è costituita da circa 200 vetture di 85 marche provenienti da 8 paesi del mondo: Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Spagna, Polonia e Stati Uniti. Si tratta di un vero museo nazionale ed internazionale che vanta una tra le collezioni più rare e prestigiose in questo settore. Tra i pezzi più preziosi si possono annoverare la “vettura a vapore” progettata da Virginio Bordino nel 1854; il primo modello Benz del 1893 con il cambio di velocità a cinghie; il primo modello Peugeot a circolare in Italia del 1892; la Bernardi 3,5 CV del 1896, prima auto a tre ruote costruita in Italia; la Fiat 4 HP del 1899, il modello d’esordio della casa torinese; la Fiat 12/16 HP, prima auto della casa torinese ad essere esportata; la Florentia del 1903, unico esemplare tuttora esistente di questa marca; l’Oldsmobile Curved Dash del 1904, primo veicolo con caratteristiche utilitarie; l’Itala del 1909 appartenuta alla Regina Margherita e da lei battezzata “Palombella”; la Renault Fiacre 1910, il taxi che portò i soldati francesi al fronte sulla Marna salvando Parigi dall’invasione tedesca; l’Isotta Fraschini 8A, vettura di gran lusso acquistata da Rodolfo Valentino e utilizzata nel 1950 per le riprese del film «Il viale del tramonto»; la Cisitalia 202 del 1948, la “scultura semovente” che segnò un'epoca, tantoché un esemplare è esposto al Museum of Modern Art di New York come «una delle sei più belle vetture del mondo»; la Ferrari 500 F2 con cui Alberto Ascari vinse il titolo mondiale nel 1952; la Trabant 601 del 1987, auto simbolo della Berlino Est.

L’importanza di questa immensa collezione non è racchiusa solo nel valore di questi pezzi d’epoca ma va oltre l’oggetto in quanto tale per sconfinare nella storia delle società, delle nazioni e delle culture che hanno attraversato questi due importantissimi secoli. Le automobili esposte nelle 30 nuove sezioni studiate dallo scenografo François Confino sono infatti perfettamente calate all’interno del contesto sociale in cui hanno avuto origine, a significare quanto gli oggetti della nostra vita quotidiana, e l’auto in particolare, siano veri e propri specchi dei nostri gusti, abitudini ed idee. Le automobili si pongono davanti allo spettatore come emblemi di un mondo che non ha mai smesso di cambiare ed evolversi e le cui trasformazioni si traducono in mutamenti e sperimentazioni in tutti i settori, dall’industria alla scienza, dall’arte alla letteratura. Rappresentano anche una memoria storica di ciò che eravamo e di ciò che stiamo diventando: dalla Fiat 500 del 1957 alla Volkswagen Tipo 1 del 1952.


Nessun commento:

Posta un commento