venerdì 25 febbraio 2011

I classici delle Orme non passano mai di moda

EVENTI. Questa sera al Comunale di Vicenza tre dei componenti della mitica band progressive. Con Tolo Marton e Toni Pagliuca ci sarà Aldo Tagliapietra: «Il nostro è un riproporre il rock anni Settanta proprio come si fa con la classica»



Vicenza. «Un giorno Toni mi ha chiamato per invitarmi alla presentazione del suo nuovo cd, c'era anche Tolo. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: perchè no?». Così Aldo Tagliapietra racconta la reunion con il tastierista Toni Pagliuca, dopo quasi vent'anni di separazione artistica, e con il chitarrista Tolo Marton, che con le Orme suonò nell'album di svolta Smogmagica. Stasera alle 21 al Comunale non si presenteranno come Orme, in quanto il nome della pietra miliare del progressive rock italiano è attualmente nelle disponibilità del batterista Michi Dei Rossi, e ancora al centro di una vicenda giudiziaria tra i tre ex componenti storici, ma la musica, il suono e le sensazioni saranno quelli degli anni Settanta.


Tagliapietra, chi ascolta oggi il progressive rock? 

«Quello che facciamo non è assolutamente revival: il nostro è stato rock classico, e pur con una certa dose di presunzione, oso dire che definirlo oggi revival sarebbe come definire revival la musica di Bach o Brahms solo perchè è suonata ancora. È musica che è rimasta e che la gente ascolta ancora,
perché oggi c'è un vuoto, e si sente quasi solo quello che negli anni Settanta chiamavamo "muzak", robaccia. Se arriva qualcosa di nuovo e valido, sono il primo a rallegrarmene, ma oggi c'è un buco, e quando anche i giovani scoprono che in passato è stato fatto qualcosa di buono, che io considero "classico", ci si aggrappano».

Come farete a ricreare quelle atmosfere?

«Toni aveva ancora il suo vecchio organo e il minimoog dell'epoca, Tolo la chitarra e l'amplificatore di quei tempi, io ho tirato fuori il Fender jazz che usavo allora. Abbiamo suonato con quegli strumenti e abbiamo sentito che il sound era piacevole. Per me che come tantissimi altri più bravi di me sono stato un protagonista di quegli anni, suonare in questo modo è come riproporre il rock come si fa con la musica classica».

Cosa attendersi, dunque, da questo concerto vicentino?
«Ci sentiamo musicalmente giovani, e andiamo avanti. Non possiamo chiamarci Orme, ma eseguiremo quel repertorio, che è stato scritto quasi esclusivamente da me e Pagliuca. Abbiamo naturalmente inserito un batterista, Manuel Samaniotto, un giovane di 28 anni di San Stino di Livenza veramente bravo e versatile».

Specie dopo la reunion con Toni Pagliuca non rode un po' non potersi chiamare Orme?

«Eccome... Ma per ora le cose sono così. Quando una cosa analoga era successa ai New Trolls, non mi capacitavo e li criticavo, ma quando mi ci son trovato in mezzo, ho capito, e ho capito soprattutto che in Italia la normativa in materia è strana, e considera il nome di una gruppo musicale come fosse quello di una saponetta».

Biglietti sono ancora disponibili al botteghino del Comunale, sul sito www.tcvi.it e negli sportelli della Banca popolare di Vicenza.

Paolo Rolli


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