L'album del 1967 che cambiò tutto: strepitoso, e non solo per «Good vibrations»
Una versione completa del disco che segnò l'«età dell'oro» per il pop ed è tuttora un oggetto di culto
Le versioni in commercio di Smile sono diverse: si va dal doppio cd con le session al cofanetto quintuplo che comprende, oltre a due dischi in vinile e due 45 giri, ben 5 cd, il quinto dei quali mette in fila 25 diverse versioni di Good vibrations.
«Sto scrivendo una sinfonia per teenager, e la rivolgerò a Dio», disse Brian Wilson prima di entrare in studio allo scrittore/giornalista Jules Siegel che intitolò così il suo articolo del 1967: «Addio al surf, benvenuto a Dio», e che ora esce come ebook e come applicazione per iPhone e iPad. Quel servizio contribuì a creare l'aura di follia intorno a Brian, il beach boy capace di convocare in studio un'orchestra, lasciandola inoperosa nell'attesa di trovare la vibrazione positiva per poter incidere. Di momenti completamente fuori di testa, il primo cd del confanetto di Smile è pieno: dai brani a cappella, per sole voci, come Our Prayer e Gee, si passa a bizzarrie come Vega-Tables e Do you like worms (Roll Plymouth rock) e The elements, fire (Mrs. O'Leary's cow). Diversi brani sono apparsi in dischi di anni successivi e, con arrangiamenti diversi, sono ricomparsi nelle opere di Wilson solista. Ci sono i primi abbozzi di capolavori come Heroes and villains, Cabin essence, Surf's up e, ovvio, Good vibrations, di fronte ai quali si resta ancora a bocca aperta (e la definizione di «microsinfonie celestiali» ben si adatta a queste canzoni). Chi pensa possa esistere una sola Good vibrations dovrebbe ascoltare Wonderful. E la versione di Surf's up denominata «1967 solo version», per voce e piano elettrico, è da brividi, tra il miglior Elton John, Antony & the Johnsons e un angelo caduto dal cielo.
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